Io, il vulcano e il cimitero (Islanda 6°giorno)

Una persona parte per un viaggio con delle aspettative e durante il percorso queste possono poi modificarsi, spostarsi altrove, ridimensionarsi. Ma una certezza rimane lì intatta: la responsabilità della chiosa finale che pende sulle spalle dell’ultimo giorno di viaggio. E questo mio ultimo giorno di viaggio, è durato 35 ore.
Apro gli occhi e li trovo pieni di paesaggi in cui vorrei vivere lentamente.

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Io, la balena e soprattutto il capitano Achab (Islanda 5°giorno)

Apro gli occhi naturalmente. Dormire con le tende spalancate si è rivelata una buona idea per il mio ritmo circadiano. Oggi sono diretta a Husavik, il miglior punto di avvistamento di balene di tutta l’Islanda, e per l’occasione indosso le mie mutande preferite così, in caso di trasporto d’urgenza in ospedale, avrei almeno una cosa di cui andare fiera.
Sì perché ieri sera ho avuto la malaugurata idea di leggere su un forum di TripAdvisor i commenti alla domanda di un folle che cercava informazioni per fare kayak tra le balene. Tra le varie risposte c’era quella di un tizio che, con l’intento di scoraggiarlo, ha postato una serie di video relativi a balene e orche che saltavano beate su kayak e barche, devastandoli. Non capiterà proprio questa volta e non proprio a me, ma nel dubbio le mie mutande preferite hanno il dovere di seguirmi in quest’impresa. Ma andiamo con ordine…

balena su barca

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Io e il mio cane solare (Islanda 4°giorno)

Mi sveglio a Höfn di malumore per colpa delle ragazze francesi con cui condividevo la stanza, le quali alle 7 di mattina sembrano impegnate in un’esercitazione militare, incuranti del fatto che io stessi dormendo. Ho la mascherina sugli occhi, ma purtroppo non ho i tappi per le orecchie.
Mi rannicchio dentro al mio sacco e provo a dormire un’altra ora.
Quando esco, la natura prova a sollevare il mio umore.

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Non è per sempre (Islanda 3° giorno)

“Ma mi avevi promesso che sarebbe stato per sempre. Mi avevano assicurato che per due come noi si sarebbe mantenuto tutto intatto. Anzi, perenne. Io e te. Tutti lo dicevano che sarebbe stato impossibile scioglierci. Eravamo noi due. Identici agli altri ma appesi l’uno all’altro. E perché ora vai via?”
“Non lo so. Mi dispiace. Ma mi si è rotto qualcosa. Lo sento dentro. Come se una corrente mi stesse portando altrove, anche se ancora non capisco dove, ma non posso fare a meno di seguirla. Addio”.
Questo è il racconto di come ho percorso il sud dell’Islanda per arrivare alla Laguna Glaciale di Jökulsarlon, dove gli iceberg si staccano dal ghiacciaio e percorrrono l’ultimo tratto di vita prima di sciogliersi a contatto con le acque dell’Atlantico.

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Non mi serve altro, grazie (Islanda 2° giorno)

Nelle giornate come quella che ho vissuto ogni parola mi suona come un’occasione sprecata per spiegare la magnificenza del viaggio.
Nelle giornate come quella che ho vissuto sono grata al mio viaggiare da sola per essere una così speciale cura.

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Sono sbarcata sulla Luna (Islanda 1°giorno)

Mercoledì mattina ho comprato un volo per l’Islanda e oggi (sabato) mi ritrovo a scrivere un diario dalla Luna.
Ma non è stata una fuga dal pianeta terra. Erano notti che camminavo senza più riferimenti e mi ero quasi arresa all’idea di passare i miei unici giorni disponibili su di un’isola che però a malapena riuscivo a pronunciare (Ibiza), tanto era lontana da me e dal mio stile. Erano notti che camminavo senza più riferimenti, quando finalmente ho intravisto una luce. Ma quella non era una semplice luce nella notte, quella era proprio la Luna!

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