TaiShan – tra le nuvole (7° giorno)

Ni hao a tutti!
Alla mia prima settimana in Cina ho deciso di festeggiare con un pellegrinaggio. Sì perché il Taishan (siamo nella provincia dello Shandong, a sud di Beijing) e’ il monte sacro taoista per eccellenza, quello che riveste un’importanza speciale per i cinesi.

I monti taoisti infatti sono 5, ma il TaiShan è quello più a est di tutti, e poiché la tradizione cinese fa risalire l’origine della vita a Oriente (se la cantano e se la suonano, eh?!), questa montagna è un pò più sacra delle altre. A dire il vero, su questo monte sono stati edificati non solo templi taoisti, ma anche confuciani e buddhisti. Inoltre questa montagna rappresenta un tesoro non solo per motivi di culto, ma in quanto sia una testimonianza calligrafica a cielo aperto. Una montagna verdeggiante per gli occhi, l’incarnazione sacra della Dea delle Nuvole di Smeraldo per l’animo dei cinesi. Lungo il percorso (la scalata) si incontrano infatti centinaia di scritte sulla roccia il cui significato ovviamente io ho ignorato (peccato!!!).

Arriviamo al sudore. Mamma mia quanto ho sudato!!! Ho iniziato il percorso nella maniera più ortodossa possibile: sono partita dalla visita ad un tempio taoista ai piedi della montagna, ho offerto dell’incenso alla montagna come buon auspicio per la scalata. I monaci del tempio poi hanno voluto fare un pò di foto e mi sembravano più dei bagnini di Riccione piuttosto che dei monaci buddisti. La gioventù non conosce credo!

Si parte! Dopo 15 metri primo pit-stop in un negozietto: compro uno zainetto tecnico per mettervi dentro la mia borsa a tracolla, troppo scomoda per la scalata con la Nikon dentro, un bastone di legno con un drago sulla maniglia (per scalare meglio il monte, e poi faceva troppo figo!) e un pacchettino di incensi (da bruciare nel tempio dell’arrivo). Il tutto pagato il corrispettivo di 2,70 euro.

Inizia la salita. Mi sento proprio una galla. Dopo 15 minuti in cui penso di aver già tenuto un buon ritmo, mi trovo davanti l’ingresso della montagna. Ecco infatti la porta che segna l’ingresso e a cui devo pagare un ticket. La conservazione della flora e della fauna costa! E io che avevo già iniziato a contar i gradini. Accidenti!

Ok. Si ricomincia. 1…100….200…500…1000…1500….2000 scalini… ogni tanto mi fermo ad un tempio sul percorso, mi illudo che la porta che vedo in alto sia l’arrivo a metà strada, dove mi aspetta la funivia per l’ultimo pezzo…nulla….ancora gradini…. 2500….bevo una cisterna d’acqua…. 2700…. il segreto è tenere lo sguardo sui prossimi 2 gradini, mai andare troppo avanti con lo sguardo altrimenti ti scoraggi….. 2900… e lì ho capito che la scalata è una metafora della vita, in cui è sempre meglio darsi degli obbiettivi a breve termine altrimenti ti perdi e ti fermi…. e così ho provato che funziona se guardo solo i prossimi 2 gradini….3033! Arrivo a destinazione!


E così vado a fare la pipì (ops, non so se può dire!) in un bagno che voi umani potete solo immaginare! Turche da turchi questa volta. Porte senza la chiusura (ti credo! se svieni chi ti raccoglie dopo!). Entro in un gabinetto -con lo zaino in spalla- e vado per fare la pipi’ concentrandomi, senza cioè pensare all’odore di pipì che ti entrava anche nei ricordi. C’era un odore talmente intenso, che ad un certo punto sentivo solo odore di ammoniaca. Avete presenta quella per lavare i pavimenti? A quel punto ho voluto pensare che fosse lo stesso odore di quando si pulisce con troppa ammoniaca il pavimento e quindi ho sopportato tutto senza problemi. Il potere dell’immaginazione!!
Prendo la funivia. Da sola nella cabina. A volte sussultava e io con lei.

Arrivo in cima e vado a raggiungere l’ultimo tempio. Sono a 1570 metri d’altezza. Prima vado al tempio delle nuvole azzurre (!!), votato a Bixia, dea della fertilità. Mi fermo così a mangiare una focaccia preparata da una signora. Sembrava un cassone con le erbe di campo, ma con l’impasto un pò più simile alla pizza. Divina!


Arrivo davanti ad un insieme di pietre con delle scritte d’oro con un dragone inciso nella roccia, altre scritte rosse e altre blu. Sapere il cinese… e così, dopo non aver visto un turista che non fosse un cinese (per carità mi guardavano tutti stupiti come se fossi la madonna nera di Loreto arrivata su una nuvola trainata da degli angeli, tutti mi sorridevano e immagino si chiedessero su quale guida avessi trovato quel posto)… quindi dicevo dopo una mattinata passata a sentirmi una marziana, in cima alla montagna sento: <<un altro sasso a forma di figa!>>. Italiani!!!

Sebbene potesse farmi pure piacere scambiare una parola, mi faccio i fatti miei ed entro nel tempio, l’ultimo. Accendo l’incenso tenuto per l’arrivo a destinazione. Il tempio dell’imperatore di giada. Finalmente, anche in Shandong, in un tempio taoista, trovo una traccia della gru bianca, quando ormai avevo perso le speranze. Un dipinto su muro che fa da sfondo ad un altare. Due gru su un lato e una a sinistra che spicca il volo e rivolge lo sguardo verso il basso, in un bellissimo tramonto. Non so a quando risalisse. Il tempio era molto antico.



Devo tornare indietro ma questa volta funivia = minibus. Appena ferma a controllare la cartina vengo avvicinata dagli italiani di prima (ero abbastanza riconoscibile tra soli turisti cinesi). Mi raccontano che sono parte di un’associazione onlus internazionale “Moto for peace” che sta girando la Cina in 50 giorni ed è composta da poliziotti, carabinieri e gdf di vari paesi. Girano la Cina in moto sponsorizzati dalla Benelli (che ora e’ stata comprata dalla Cina) e incontrano le forze di polizia locali a scopo di amicizia internazionale. Facevano riprese con due telecamere affiancate per l’effetto 3D (cosi’ la mia faccia sudata e appiccicosa si vedrà in 3d chissà dove) per documentare il viaggio. Durante l’anno hanno raccolto soldi da destinare a una specie di crocerossa cinese. Abbiamo fatto due chiacchiere e sono tornata giù in funivia con loro i quali mi hanno offerto la corsa. Fine della comunicazione di servizio sugli unici italiani oltre me sul TaiShan.

Stanca morta vado a dormire.
Domani Qufu, città natale di Confucio.
Vi abbraccio dalle nuvole dello Shandong (dove nessuno parla uno straccio di inglese).

In sella a una nuvola

11 pensieri su “TaiShan – tra le nuvole (7° giorno)

  1. Ciao il racconto è bellissimo! tra qualche giorno saró in Cina, stavo facendo un pensierino al tai shan…ci si arriva in treno scendendo alla stazione di tai an? Perchè vedo che c’è un’altra stazione che si chiama proprio taishan!

    • Ho perso questo commento!!!!
      Spero di essere ancora in tempo di dirti che Tai An è quella fuori città in cui serve che tu abbia le indicazioni in cinese. Taishan è quella in città.
      Fammi sapere che adesso sono in pensiero -_-‘
      Avevo fatto una pausa nell’aggiornamento del blog.
      Proprio ora che potevo essere utile. Scusa!!

      • Ti ho scritto molto a ridosso della partenza, non ti ho dato il tempo di rispondere ma grazie lo stesso! Comunque tutto bene ci sono arrivato sul tai shan…bellissimo, in cima in questo periodo era leggermente “freschino” ma forse era ancora più suggestivo!

  2. Pingback: Yangshuo II (13°giorno) | insellaunanuvola

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