Ni Hao a tutti!
Stavo per entrare nel negozio Nokia per comprare una nuova batteria, quando ho sentito un forte rumore di scontro provenire dalla strada. Una donna e un ragazzo, con due motorini elettrici, si sono scontrati. Lei aveva la testa appoggiata alla strada, immobile.
Lui aveva sollevato il busto, ma la gamba del lato della caduta era evidentemente girata su se stessa.
Le macchine intorno continuavano a circolare, suonando ai due incidentati per terra.
Un signore chiama i soccorsi, che però almeno dopo mezz’ora non sono ancora arrivati. La signora, dopo una decina di minuti, viene fatta alzare e le viene fatta una manovra al braccio che le doleva. Il ragazzo invece aveva un dolore cane alla gamba. Lui però si preoccupava della salute della signora e guardava di continuo il telefonino.
Mezz’ora è passata ma nessuno è ancora arrivato in loro aiuto. Nessuno del pronto soccorso, intendo. Solo passanti preoccupati. Come me.
Io monitoravo la situazione, ma non potevo fare nulla.
Poi, dopo circa due ore, e’ arrivato un mezzo tifone che ha riempito le strade di acqua e i turisti di movimenti veloci.
Io mi trovavo nella casa natia di Confucio, che oggi è diventata un luogo di culto oltre che di interesse culturale. Ho scattato foto alle persone sotto gli ombrelli ma non riesco a descrivervi niente adesso.
Vi avrei parlato di Confucio, dei suoi discepoli e della sua storia.
Di quelle colonne percorse da draghi, dalla perfezione tale per cui, alla visita dell’imperatore, dovevano essere coperte da drappi per non offendere le ricchezze dell’uomo-divino più potente della Cina.
Di quelle steli antichissime che contengono i motti di Confucio e di quei simboli a forma di svastica che ritrovo ancora qui dopo TaiShan e dei disegni sui soffitti che usavano la tridimensionalità già dall’anno mille.
Vi avrei parlato del mio stupore nel leggere che fu proprio Confucio l’inventore dei concorsi pubblici e qualche chicca circa il suo gusto nell’arredo d’interni.
Vi avrei parlato delle Gru Bianche che ho ritrovato anche qui. Del mio sguardo catturato da uno specchio vicino a una gabbia per uccellini.
Vi avrei parlato della malinconia che mi aveva avvolta nel giardino sul retro, tra i pesci rossi, i cerchi di pioggia, gli agrumi e la canzone dei Baustelle.
Vi avrei parlato delle pose delle persone sotto gli ombrelli. Delle richieste di spiegazioni negli occhi dei bambini. Delle richieste di privacy in quelli degli adulti.
Vi avrei voluto raccontare una storia.
Ma la strada e la pioggia e la fretta di sfuggire a qualcosa che oggi ho visto continuamente nelle persone, mi ha sviata.
Vi avrei voluto parlare dell’acqua e della fretta, che ti fa scivolare.
Vado ad asciugarmi un po’.
Il signore con la chitarra si è materializzato di nuovo qui davanti.
E io non riesco a togliermi dalla testa questa canzone dei Baustelle.
Un abbraccio a tutti dallo Shandong tifonato.
In sella a una nuvola
[ho comunque messo delle didascalie nelle foto che spieghino un pochino i soggetti]
ciao insellaunanuvola!!
non sono un esperto di arte antica, comunque penso che questa tridimensionalità non esista nell’arte occidentale e probabilmente giunge da noi proprio dall’Oriente! Ma, ti ripeto, non ho studiato questi temi, quindi potrei sbagliarmi! 🙂
Grazie comunque Francesco 🙂
Bisogna che però chiedi tra i tuoi contatti. Secondo me è la scoperta del secolo! Ahhhahah
Piuttosto, nel prossimo post (13° giorno) incontro una ragazza inglese che forse è venuta a “scavare” dalle tue parti.
Ciao ciao!
ciao insellaunanuvola!!
non sono un esperto di arte antica, comunque penso che questa tridimensionalità non esista nell’arte occidentale e probabilmente giunge da noi proprio dall’Oriente! Ma, ti ripeto, non ho studiato questi temi, quindi potrei sbagliarmi! 🙂
Grazie comunque Francesco 🙂
Bisogna che però chiedi tra i tuoi contatti. Secondo me è la scoperta del secolo! Ahhhahah
Piuttosto, nel prossimo post (13° giorno) incontro una ragazza inglese che forse è venuta a “scavare” dalle tue parti.
Ciao ciao!