
Il mio maestro mi insegno come è difficile trovare l’alba dentro l’imbrunire (F. Battiato).
Ni Hao a tutti!
Stasera ho cenato finalmente in un ristorante vegetariano. All’ingresso c’era un vaso enorme con del loto (il ristorante si chiama “Pure Lotus”) e due pesci rossi paffuti, i mobili erano di legno scuro e massiccio, le tonalità arancioni, i servizi da te sulle mensole, alle pareti serigrafia colorate e musica buddhista molto minimale.
Vi presento il mio incontro fortuito di oggi: un tavolo!
Dopo quindici giorni passati a fotografare le maniglie dei portoni cinesi (ho un debole per le maniglie dei portoni e vi dedicherò un post a parte), da quelli della città proibita a quelli dei piccoli villaggi sul fiume Li, stasera mi sono ritrovata a cenare su un portone con delle maniglie stupende a forma di testa di drago in ottone. Ovviamente la superficie era resa regolare da una superficie in vetro trasparente incorniciata sui bordi.
E’ stata una cosa piccola piccola, ma è stato un grande piacere. Come la chiusura di un cerchio. Come se i portoni mi avessero improvvisamente ringraziato per tutta l’attenzione dedicatagli in questi giorni. Oggi in realtà ho incontrato per caso di nuovo Fabian, fuori ad un negozio, un altro saluto stupito e ognuno per la sua strada. Davvero divertente! Per concludere gli incontri, per dirla tutta, mentre mi accingevo a scalare la scalinata di una collina (terminologia scelta appositamente per evidenziare il carattere accidentato degli scalini) per fotografare Yangshuo al tramonto, mi ha tagliato la strada un topo di 15-20 cm. Impaurito più di me, stava cercando rifugio nella sua tana. Mamma stai avendo la pelle d’oca vero?


Vorrei però parlare d’altro oggi. Ho dedicato la mia giornata non al kayak ma alle arti, allo studio di questo idioma apparentemente assurdo. Ebbene sì, mi sono svegliata motivata a prendere 3 ore di lezione di cinese e cosi’ è stato. Perché? Perché una guida linguistica comprata in aeroporto, senza nessuna nozione sulla pronuncia delle tonalità (4 toni diversi che danno significati diversi alle parole), della pronuncia delle lettere e dei dittonghi, è assolutamente inutilizzabile. Inoltre per il mio soggiorno ad Hong Kong, avrei bisogno di alcune basi linguistiche per comunicare con Cheung SiKung. Così oggi alle 14:00, in una bottega di arte e calligrafia cinese, mi sono andata a “prendere” le mie basi! L’insegnante si chiama Lily, come il fiore di loto, ed è sposata ad un maestro di taiji quan.
Mi ha fatto studiare l’alfabeto (che difficilissimo e su cui credo non esistano canzoncine carine che aiutino la memorizzazione), i dittonghi, i numeri (completamente diverso il modo di costruire le centinaia), le basi della presentazione di sé.Il negozio aveva un lungo tavolo al centro, ricoperto di fogli di giornale per evitare che l’inchiostro sporcasse il legno. Alle pareti davanti a noi c’erano dei disegni e degli acquarelli su tessuto. Lily mi ha raccontato di aver imparato a dipingere dal padre, il quale era un artista. Alle nostre spalle c’erano delle mensole in legno, tante e molto spesse nei bordi, una giustapposta all’altra andavano a formare un grande puzzle. All’interno dei ripiani c’erano svariati oggetti utili alla calligrafia, ma anche oggetti di antiquariato. Ho anche notato delle armi antiche e impolverate, probabilmente di proprietà del marito. Di fianco a noi, appoggiato a terra, c’era un grande quadro con una stampa raffigurante un gruppo di gru bianche. Sapevo di essere nel posto giusto.

Ho fatto tante domande a Lily sul significato di alcune parole, di alcuni simboli (come il drago e la fenice rappresentati sempre insieme e, secondo la spiegazione, raffiguranti il maschile e il femminile, lo yiang e lo yin e quindi simboleggianti il buon auspicio) e mi sono tolta parecchie curiosità circa alcuni caratteri cinesi che mi capitava spesso di incontrare. Abbiamo parlato anche di arti marziali. Io le ho un po’ espresso la mia impressione su come oggi il kung fu, e in generale le arti marziali, siano percepite in Cina, ovvero come qualcosa più legato al cinema e alla forza fisica, piuttosto che al suo reale significato.Le ho detto di come mi pare che l’ultima speranza di salvarne l’essenza del suo valore sia in mano agli anziani, e al tesoro che portano con se’. Ho infatti visto praticare nei parchi o nei templi solo degli anziani, eccetto una volta a Beijing. Dai giovani ho solo ricevuto risposte deludenti.Ho cercato di farle arrivare il concetto di come, a mio parere, nella rincorsa del “West” questo paese incredibile stia perdendo per strada i fondamentali della sua identità, che sono racchiusi nelle sue tradizioni.
Infine, mi sono permessa di dire come sarebbe vitale che gli anziani, oggi, lavorassero per cercare di condividere il più possibile i fondamentali delle arti marziali tradizionali, per riportare il kung fu sulla sua Via, che non e’ quella dell’industria televisiva (sebbene io sono la prima a godere della cinematografia legata al kung fu, ma non può essere solo questo). Mi sono permessa di esprimere apertamente il mio pensiero. Non so se ho fatto bene. Non so se lei era la persona giusta a cui fare questo discorso. Lei comunque si è mostrata un po’ stupita nel sentire questo discorso, ma comunque era d’accordo con me.
Alla fine della mia lezione, che è stato soprattutto uno scambio culturale, le ho chiesto se poteva scrivermi su un panno rettangolare da appendere alla parete, un ideogramma legato alla gru bianca da regalare a Cheung SiKung. Così lei ha chiesto al marito di farlo poiché lui è più esperto di lei, e pratica la calligrafia per aumentare la sua energia corporea. Ho fatto scrivere per Cheung SiKung l’ideogramma significante Lunga Vita.
Il lato artistico delle arti marziali viene sempre sottovalutato, ma oggi ne ho avuto la manifestazione. Per questo vi consiglio di guardarvi Hero, un film che tratta l’aspetto artistico della calligrafia come strumento di meditazione e sviluppo dell’energia corporea, nelle arti marziali. E’ un film lo so, ma prima avete avuto un’introduzione (seppure lacunosa e imprecisa).
Domani passero’ il mio ferragosto cinese sulla Spina Dorsale del Drago, a nord di Guilin, a fare trekking per i terrazzamenti di risaie più spettacolari della Cina.
Domani sera tornerò alle 19 e alle 21 prenderò un pullman per Guanzhou (nel Canton) e non so se riuscirò ad aggiornare la newsletter. Farò il possibile!
Un grande abbraccio da Yang Shuo (che significa Sole Luna)
In sella a una nuvola
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