Del mito dell’isola deserta e d’altri demoni

Sedevo a riva, arsa dal sole greco del mattino ma rinfrescata da una lieve onda che, sistematica, terminava su di me i suoi rintocchi.
Una sirenetta alla deriva vista da te, un’ipotensiva spiaggiata probabilmente vista dagli altri.

Ciondolante tra un ragionamento incrostato e l’altro pensavo a come mai, fin da piccoli, l’esclamazione “andrei a vivere con te su di un’isola deserta” rappresenta l’idea suprema, un obiettivo irraggiungibile e il coronamento estatico di un amore.

Avendo intravisto una traccia su cui rimuginare, inizi a scandagliare nella tua memoria la presenza di prove a sostegno di quell’intuizione.

Il primo ricordo in assoluto lo trovi nelle vignette della settimana enigmistica che, in tre parole, provavano a ironizzare sulla situazione. Poi ti imbatti nella prova maestra, quella propinata dal cinema, Laguna Blu in primis.
I due ragazzini cresciuti selvaggiamente in una laguna dapprima confortevole e poi, all’arrivo della loro pubertà, divenuta minacciosa. Come in una metafora del complicarsi dei rapporti umani e con tua mamma che ti distraeva durante le scene di nudo.

Eh sì, le scene di nudo! Quelle che ti si presentano attorno in questa spiaggia/campeggio condivisa con i naturisti. Allora ti ricordi di un cartone animato giapponese, Flo, la bambina naufragata insieme alla famiglia e a qualche concittadino. Quel cartone aveva però una forte componente di imprevisto e non contribuì certo a rinforzare in te il mito dell’isola deserta.

Pensi ai libri e così ripeschi Robinson Crusoe, che ti aveva preso da matti durante una lettura alle scuole medie ma che poi non hai avuto lo slancio di leggere tutto. Eri già, probabilmente, in modalità risparmio energetico in vista delle vacanze estive.
All’interno della letteratura relativa all’isola deserta includi anche Peter Pan e Wendy ma, anche in quel caso, la figura del Capitano assetato di bambini sperduti non mise in buona luce l’isola che non c’è.

I reality che mettono personaggi famosi a competere su isole sudamericane hanno poi dato il colpo di grazia al mito. Personaggi che di deserto hanno solo l’amor proprio.

Non sono completamente soddisfatta della mia ricostruzione.
Un pesciolino tenta di piluccare la mia caviglia e lo ringrazio per avermi fatto uscire da quel pensare.
Ho un fastidioso eritema sul mio petto e forse, per oggi, è meglio lasciare la spiaggia ai naturisti, molto più affini di me a quell’idilliaco immaginario.

[Racconto scritto in una baia sperduta della penisola di Sithonia, Grecia]

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...