La tua paura di annoiarti dieci giorni al mare in agosto.

Ormai era arcinota la tua paura di annoiarti dieci giorni al mare in agosto.
Perchè, se sei nata a Riccione, ti sembra normale quella situazione anzi, senti su di te l’ombra minacciosa del lavoro. “La stagione estiva”, quella che dai 15 ha scandito ogni tua estate fino ai 25.

Ma torniamo alla tua vacanza.

Sei lì in Grecia, davanti alla caletta da cartolina. E invece, a sinistra del paesaggio, trovi ciò che non ti aspetti. Un furgone scoperto sul lato affacciato sulla spiaggia, dalla cui finestratura parte un gazebo improvvisato. Solo dopo aver interagito con la proprietaria, capisci che invece quella è una struttura stabile.

Ora sei seduta sul lettino, terrorizzata da tutto il relax che renderà immobili le tue gambe di lì a poco. Allora riguardi indietro alla tua carriera marittima.

Vieni battezzata da tua cugina più grande sulle spiagge di Riccione dove tu, ogni anno, passavi il tempo in bagni lunghissimi. Alternavi momenti in cui ti credevi la sirenetta e con la maschera (gli occhialini sono roba da gente di città, noi di mare se potessimo useremmo la maschera anche in piscina) osservavi il fondale sabbioso in cerca di cavallucci e stelle marine. Negli anni ’80 non era raro trovarli anche a Riccione.

E mi perdevo nelle mie favole acquatiche. A questi momenti ne alternavo altri in cui facevo per lunghi minuti il morto. Galleggiavo nei pressi della riva e la mia pancia formava un atollo grazie alle alghe che mi si radunavano attorno. Mi sembrava di compiere imprese strabilianti in acqua. E periodicamente guardavo verso riva, sperando che proprio in quel momento mia cugina mi stesse guardando. Anzi, speravo che avesse radunato un pò di persone per commentare le mie esibizioni. Anche oggi lo fai, ma chi è con te, inconsapevole delle tue imprese, legge una rivista sullo sdraio.

Ora sei in Grecia, nella caletta da cartolina e temi la noia.
Ti cali un pò diffidente in un mare cristallino.
Nuoti.
Da piccola hai sempre additato come ridicole le coppiette che si perdevano in smancerie. Perchè il mare era il tuo palcoscenico e la tua scena, così oggi non ce la fai proprio a fare la romantica in acqua.
Tu hai la tua maschera e con quella devi appurare che non vi siano squali lì sotto.
Tu hai la tua maschera e sei convinta che quel pesciolino con la striatura blu stia giocando con te e che non ti molli un secondo.

La paura da relax ti sta piano piano abbandonando.
Sei serena.
E’ il tuo momento: ti butti a pancia in sù e inizi a fare il morto.
La Grecia oggi non è l’Adriatico della fine degli anni ’80 e non c’è un capannello di alghe radunate attorno a te.

Stai galleggiando.
La mente vaga.
E lontano dal furgone ristorante parte l’intro di Whole lotta love dei Led Zeppelin*.
E così ti senti in corpo 8 anni.
Sei libera.
E’ la fantasia che ti circonda, non ci sarà noia.

E naufraghi dolcemente in un benvenuto greco, nell’unica spiaggia in cui la programmazione musicale segue SOLO il gusto della proprietaria del furgone che, senza rilasciare sorrisi, tra Pink Floyd Rolling Stones e Police, inanella una serie di perle tali da farti sentire fuori dalla cartolina antistress che tanto temevi.

[Racconto scritto a Sarti, Penisola di Sitonia, Grecia]

* http://www.youtube.com/watch?v=bXKboDqiSbE

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