Ti trovi su una spiaggia nei pressi del B&B insieme ad un amico, il quale ti ha appena confidato di essere gravemente malato. Pensi di assistere a una scia di stelle cadenti, quando invece iniziano a sfrecciare in aria lungo la linea della riva una dozzina di capsule bianche, della dimensione di una monovolume. Sono delle capsule senza porte, solo con un oblò ovale al centro, attraverso cui però non è possibile scorgere alcun passeggero. Una di queste capsule si ferma, sospesa in aria, e in un batter d’occhio ti trovi seduta al suo interno. Con te e il tuo sventurato compagno di viaggio, c’è anche AJ, un tuo amico di Bologna che pare abbia commesso il reato di scoprire, attraverso un calcolo complesso, che la velocità di Sirio vista dalla Terra, sia doppia rispetto quella della luce attorno al Sole. Per averlo rivelato alla popolazione, scrivendolo su una testata nazionale, era stato condannato a morte. Non riuscivi nemmeno a capire il senso di quel calcolo, ma in cuor tuo sapevi che pure a te era riservato lo stesso destino. Sebbene al momento ne ignorassi le ragioni.
Mi sveglio di soprassalto. Ci doveva di certo essere qualcosa di strano in quel merluzzo che mi sono mangiata nel pub la sera prima.
Mi faccio una doccia e scendo a fare colazione. Il mio tavolo – apparecchiato per uno – è posizionato in modo tale che io possa scrutare il fianco di un altro ospite alloggiato nel B&B, un altro viaggiatore solitario.
John – il proprietario – è davvero un burlone, così cerco di tenere lo sguardo sul mio piatto per non mettere a disagio quel ragazzo, che pare ignorare senza sforzo gli altri essere umani. Sta viaggiando da solo in bicicletta e non rivolge la parola a nessuno nella stanza. Mi invento così storie su di lui e sulle ragioni del suo viaggiare. So che non riuscirò mai a cavargli una parola di bocca, per cui continuo a lavorare di fantasia.
Dopo colazione sei rimasta al B&B essendoci cattivo tempo fuori.
Scrivere storie o leggere un libro interessante quando fuori il cielo è gonfio di pioggia e tu sei su di una comoda seduta al calduccio, è davvero uno stimolo per la tua creatività. Questa volta però non sei rimasta in camera, certo che no! Non volendo rischiare di fare la fine dell’altro giorno, opti per l’area soggiorno del B&B.
E’ la prima volta che ci entri e subito te ne innamori. È arredata in tipico stile irlandese. Ti siedi su un divano comodissimo che da le spalle alla parete che confina con l’ufficio postale. Di fianco a te, sulla destra, c’è un vecchio pianoforte verticale senza nessuno spartito o libro di musica sopra. Sarà forse stata una vecchia passione del proprietario ora a disposizione degli ospiti, pensi. Davanti a te un caminetto con a fianco una vetrina contente delle porcellane da tè inglesi meravigliose. Al tuo fianco sinistro, una libreria con libri antichi riposa immobile. Alle tue spalle una moffetta. Santo cielo! Una moffetta!! Ovviamente è impagliata e pare fosse del nonno del proprietario e lui ormai ci è affezionato e non riesce a disfarsene, anche se è alquanto inquietante. Io non mi sono avvicinata troppo, perché sembrava dovesse riprendere a muoversi da un momento all’altro.
Se la moffetta ti ha attivata oltremodo, a calmarti ci ha pensato un quadro delizioso posto vicino alla porta del soggiorno. Rappresentava una scena di gioco tra una bimba e il suo cane. Una scena molto dolce e assolutamente poetica.
Arriviamo così alle buone notizie: hai conosciuto Charlie e i suoi due figli, ovvero i tre cani più simpatici e coccoloni del Connemara. Durante la passeggiata pomeridiana, quella che ha seguito le ore di lettura, volevi assolutamente consocere i pony che ogni giorno vedi dalla tua stanza e che pascolano in un terreno situato lungo la strada in cui hai fatto la conoscenza di Lancillotto Cane.
Arrivata sul posto i pony bianchi non c’erano più. Un attimo prima li avevi visti dalla tua finestra, ma ora erano spariti. Per niente bene questa faccenda. La zona in cui era avvenuto l’agguato tra cani sciolti era in realtà una sorta di triangolo delle Bermuda. Per niente bene, cara la mia Jessica Fletcher, anni e anni di girato e ancora nemmeno una puntata su quella misteriosa faccenda.
Non demordi e inizi a fischiare. Spunta dal basso di una radura, un primo pony bianco, seguito dal secondo e dal terzo. Gli fai cenno di spostarsi e di venire più a destra. Uno dei tre ti capisce. Gli fai un ulteriore cenno per fargli capire di spostarsi fino al cancelletto di legno. Il pony bianco continua a capirti. Ti senti di conoscere il linguaggio segreto degli unicorni. I piedi non poggiano più a terra.
Gli fai un po’ di coccole. Lui ha fame e cerca tra le tue tasche e annusa la tua borsa. Tu non hai nulla. Lui ha una gran fame. Raccogli un po’ di piantine selvatiche e provi a dargli quelle. Gli piacciono e ne vuole ancora. Inizi a stargli simpatica e lui pure. Anzi, tu lo adori già. Ti chiede di fare una foto insieme. Tu esiti perché vieni sempre male in foto. Lui insiste. Probabilmente sa di cosa parla, penso. E così è stato: sguardo fisso in camera e una posa magnum infalllibile. Chissà quale sia il suo segreto!
Appena scattata la foto, anche gli altri amici pony arrivano. Foto di gruppo di rito e complimenti da parte della fotografa per l’interpretazione della posa “paradiso perduto”.
Non faccio in tempo a finire la carezza, che sento abbaiare oltre la curva della strada. Non sarà mica Lancillotto Cane furioso? Invece no. Questa volta arriva Charlie, simpatico ragazzo padre con i suoi due figli al seguito. Tutti e tre supereccitati di vedermi.
Non mi pareva vero! Sarà mica un tranello? Penso tra me e me, quando poi però anche l’ultimo briciolo di diffidenza è stato fatto saltare in aria dal sorriso a 300 denti di queste tre puzzole. Per rispetto della gerarchia canina, saluto prima Charlie. Lui dal canto suo mi fa un inchino, che mi invita a coccolarlo per bene.
Ah! Non ci sono proprio le mezze misure qui in Connemara! I cani o ti odiano o ti si buttano tra le braccia al primo incontro. Cosa che hanno fatto i due figli di Charlie.
Ti siedi per strada e ti prendi fino all’ultima coccola. L’equilibrio con il mondo canino è stato ripristinato.
È ormai ora di cena. Vai al B&B, ti lavi e scendi al pub. Stasera nasello fresco.
Per la prima volta in Irlanda un autoctono tenta un abbordaggio. Ha 27 anni e si chiama Gerard. Non crede alla tua età, pensa che hai 21 anni e così sei costretta a mostrargli un documento (lasci scoperto solo l’anno di nascita, ovviamente). Continua a chiederti perché tu sia in viaggio da sola. Pare la cosa lo sconvolgesse. Non riusciva a comprendere come il tuo ragazzo potesse “lasciarti” viaggiare da sola essendo, e qui faceva evidentemente il provolone, tu una ragazza così carina. Hai respirato profondamente e gli hai evitato il corso di aggiornamento sull’emancipazione femminile avvenuta negli ultimi decenni e hai preferito tagliare corto.
Nella sala del pub il caminetto è acceso e tu sei in pantaloncini.
Tornata in camera, gli incontri non erano evidentemente terminati.
Abbassando la tenda getti uno sguardo in strada e noti camminare sotto la tua finestra proprio lui, nero come la notte o come la rabbia. Lui, il servizio di vigilanza attivo nel tuo quartiere (10 case) 24 ore su 24. Lui, Lancillotto Cane! Sogni d’oro baby, pare abbia sussurrato.
A presto.