Ho lasciato il Tropico del Cancro, dove era localizzato il Dinghu Shan, sono scesa di quattro ore a sud, ho superato due dogane e trovato un cielo con delle nuvole bellissime. Lucenti e panciute. Il mio augurale benvenuto ad Hong Kong.
Quando si entra nel Guandong (Canton), già si vedono lineamenti differenti sui visi delle persone; gli occhi si fanno più rotondi, le macchine si guidano non più “contromano” e attraversare la strada diventa finalmente meno pericoloso; infine, si iniziano a vedere dei caschi sulla testa dei motociclisti e trovare piatti vegetariani diventa sempre più difficile. C’è meno l’abitudine a sputare a terra.
Quando c’è la sosta toilette tu rimani su per paura che si dimentichino di te e partano con il tuo zainone, lasciandoti senza nulla.
Invece no. Devi di nuovo scendere dal pullman e di nuovo ricaricarti addosso tutti i tuoi zaini. Ora devi andare alla frontiera hongkongonese per potere entrare e così ti rendi conto di essere in terra di nessuno, o di tutti, non lo sai. Anche a loro serve quel foglietto quindi lo ricompili. Risali sul pullman e questa volta e’ vero… sei ad Hong Kong!
Ed è come trovarsi in un video game, aver superato un muro e ritrovarsi a quello successivo con un’ambientazione completamente differente. Ti aspettavi di trovare una città un po’ cupa e caotica. Hong Kong invece è un parco se paragonata a Beijing. Vieni accolto dalla zona denominata New Territories, verdeggiante lo sfondo e tutto attorno ci sono colline che ricordano un luogo tropicale. Ma Hong Kong lo è un luogo tropicale! E calati dall’alto, in mezzo al verde, sono incastonati i grattaceli. Incredibile come non risultino un pugno in un occhio. Forse perchè arrivi dalla Cina Cina, dove non hanno molto calcolato l’impatto ambientale delle costruzioni, ma per essere una metropoli Hong Kong sembra politicamente corretta. E’ la zampata inglese che segna ovunque passa. Le strada sono a due livelli, ma la guida è decisamente più tranquilla.
Le nuvole poi continuano a catturarti. Ripensi all’ultimo viaggio in aereo, quando ti sei incantata mezz’ora a guardarle. C’è il tramonto ed è molto anticipato rispetto a Beijing, tutto attorno è rosa e bianco. Il pullman si ferma di fianco ad un bar, si chiama Aurora Borealis. Sorridi e pensi alle coincidenze di questo viaggio.