Il boccaglio e il pigiama

Sembra una di quelle riprese subacque di Baywatch. Tutto sott’acqua è perfettamente illuminato. Il fondale è bianco e lontano si intravedono delle conformazioni rocciose.
Ma sono lontane quindi non senti la minacciosità delle correnti e puoi allentare la morsa del controllo. Non ci sono alghe lì sotto. Anzi lì sopra.

Perchè ora ti trovi a testa in giù. O meglio, stai facendo il morto e hai la maschera, ma la testa la tieni rivolta all’indietro, le braccia distese in verticale a formare un prolungamento del corpo e quello che c’è sotto lo vedi sopra di te e viceversa.

La luce proviene dal tuo pavimento d’acqua. Uno strato di vetro puntellato da qualche bollicina isolata. Il tuo cielo è costellato di pesci che volano a piccoli gruppi. La caccia è una pratica da branco e in mare, se non pesi almeno 5 kg, non puoi permetterti di fare troppo il lupo solitario.

Tu sei lì, con la tua prospettiva ribaltata e speri che in quella posizione i tuoi pensieri inizino a girare a rovescio. E provi a prendere i discorsi dalla coda, ma la testa pesa di più e così cerchi di adottare altri stratagemmi. Inizi ad esercitare delle deboli pressioni sul pavimento, oltre il quale c’è l’aria. Le pressioni diventano carezze e ti immagini che toccando l’aria il gioco si rompa e quindi calmi i tuoi muscoli e potenzi l’apnea.

Quando il pesciolino con la striatura azzurra si lancia in picchiata sul filo della superficie per afferrare non sai quale microscopico moscerino, tu fai altrettanto.

Prendi fiato.

Ancora la prospettiva è ribaltata ma i pensieri non riescono a rovesciarsi.
Fai un po’ di capriole, credi in questo modo di mimetizzarti meglio con i pesci.

Hai un’idea. Provare a respirare con il tubo e iniziare una sessione osservativa di pesca subacquea operata da un branco scelto a caso.
Fare attività manuali solitamente aiuta a sgomberare la testa e magari questo funziona anche con attività mai fatte prima.

I pesci si differenziano incredibilmente l’uno dall’altro. Per come sono colorate le squame innanzitutto, ma non serve un’osservazione dal vivo per capirlo, basterebbe una sfogliata distratta del dizionario.
Le diversità esistono e il primo scostamento dal tuo stereotipo di pesce rosso, l’unico pesce che probabilmente hai fissato per più di 10 minuti, inizi a osservarle dalla conformazione del muso. Alcuni pesci si fanno aiutare dai propri baffi uncinati per spostare la sabbia, altri sembrano più dei gabbiani che ogni tanto si scagliano su una preda. Ci sono pesci che pescano in superficie, altri che prediligono lo scoglio.
Tu li osservi e ascolti il tuo respiro.

In realtà ti senti un astronauta più che un osservatore di fauna marina.
Lo stesso suono, due attività agli antipodi, una sott’acqua, l’altra in assenza di gravità.
L’una sotto le spinte della pressione, l’altra in assenza di pressione.
Nel mare e in aria sei la stessa, ma il tuo peso cambia.

E’ passata mezz’ora da quando respiri con il boccaglio.
Ti senti un leggero intorpidimento in testa, ma l’acqua ti sorregge e non ti accorgi quasi di nulla.
Riemergi completamente.
Sei ormai praticamente a riva. Attorno a te bambine con costumini fluo giocano alla sirenetta, come biasimarle.
Ti alzi in piedi ma la testa rimane in acqua.
Tutto gira, sebbene non ti sembrava di essere così stanca.
Una frase udita e improvvisamente i tuoi pensieri ti si rovesciano addosso senza una spiegazione.

L’atto di respirare è esattamente lo stesso.
L’utilità la medesima.
Puoi sopravvivere ugualmente attraverso un boccaglio.
Ma respirare è un’altra cosa.
Prendere aria dal naso e rilasciarla dalla bocca ti consente una qualità superiore.
Come dormire con il pigiama o con i vestiti.
Per una volta puoi farlo ma, alla lunga, la differenza ti convince che vale la pena non accontentarsi di respirare con la bocca, anche se potresti andare avanti una vita senza sentirne il bisogno.

Raccogli le tue cose e vi dirigete, a caso, verso una nuova direzione.

2 pensieri su “Il boccaglio e il pigiama

  1. La trovo, oltre che un bel racconto del tuo vissuto, una bella metafora dei nostri tempi. Purtroppo la dolcezza che metti nelle tue frasi però, manca nelle vicende comuni della vita, sempre costellata di violenza, sopruso, indifferenza; mancanza di un rispetto verso il prossimo che ormai si è fatta abitudine. È difficile combattere questo, ma sappi che anche io, come te, ci sto provando. Ciao.

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